lunedì 16 agosto 2010

CERCHI NEL GRANO



Ieri mi trovavo sulle montagne pistoiesi per fare, come ogni anno, da speaker e da intrattenitore durante i festeggiamenti ferragostani organizzati nel mio paese natale. Come al solito, sono stato con il microfono in mano per quasi tutto il giorno e ho avuto modo di conoscere anche una lettrice di Zagor donna e della mia stessa età, Cinzia, che saluto, a dimostrazione del fatto che qualche mutazione genetica può dar vita a forme devianti della specie mulier fumettorum odiatrix.

Approfittando della pausa pranzo, però, mi sono messo a leggere il nuovo numero de “Le Scienze”, quello datato Agosto 2010, con il copertina il titolo “12 eventi che cambieranno il mondo”. Lettura che ovviamente consiglio anche perché la rivista non è più pesante e accademica come era anni fa. Benché sempre seria e attendibile, oggi è accattivante e ben illustrata senza scadere ai livelli dell'intollerabile “Focus”.
Bene, fin dal sommario l’occhio mi cade sull’argomento della rubrica “Prospettive” di Telmo Pievani. Il titolo del pezzo è: “UFO, cerchi nel grano e altri incubi”. L’articolista, in modo brillante, se la prende con Roberto Giacobbo e i programmi tipo “Voyager”, ma anche con una delle tracce della maturità di quest’anno, dove si leggevano, quali spunti di riflessione, perle del tipo “la verità è che non possiamo spiegare tutto con la razionalità” e “logica e metodo scientifico non sembrano efficaci”. Condivido quasi tutto quello che scrive Pievani, il quale però non si sofferma in particolare sul presunto mistero dei cerchi nel grano, imitandosi a inserirlo nel “decalogo delle bufale” proposte dalla TV in cerca di audience.

Ora, a me capita spesso di parlare, in seguito alle letture che faccio un po’ per piacere un po’ per dovere professionale, di misteri quali le profezie, l’astrologia, lo spiritismo, la reincarnazione, i fenomeni paranormali, i miracoli, o di quella incredibile ultima moda che consisterebbe nel “chiedere all’universo” qualunque cosa, anche il posto per il parcheggio, nella certezza di venire accontentati. Di solito, dopo aver espresso il mio parere, mi si rimprovera di essere scettico a priori. In realtà, non è così. Il mio atteggiamento è quello di uno disposto a credere qualunque cosa, purché sostenuta da argomenti convincenti. Chiedo, per esempio, che il mio interlocutore risponda semplicemente a qualche domanda che mi sorge spontanea e che, credo, sorgerebbe spontanea in chiunque. Quasi sempre, però, mi accorgo che chi ho davanti non sa rispondere in modo congruo. Dunque, non nego che possa aver ragione: mi limito a sospendere il giudizio in attesa di fonti più attendibili in grado di soddisfare la mia curiosità.
Per fare un esempio, di recente ho visto in TV la testimonianza di una miracolata di Lourdes. Dopo aver ascoltato il suo racconto, mi sarei aspettato che la conduttrice del programma facesse alla fortunata le due o tre domande che a me subito erano venute in mente: niente da fare. Applausi per la signora che ha avuto la grazia, e nessun supplemento di indagine. Che fare? Mai mi permetterei di mettere in dubbio la possibilità di un evento miracoloso, ma non posso dire di essere stato convinto da ciò che ho sentito: sospendo il giudizio in attesa delle risposte mancanti. Non sono scettico a priori: cerco solo di capire, non essendo, per indole, disposto a credere a bocca aperta. Questo, ahimé, dai tempi della feroce delusione ricevuta scoprendo che Babbo Natale non esisteva.
Se mi avete seguito fino a questo punto, forse vi incuriosirà sapere che cosa penso dei cerchi nel grano. Do per scontato che tutti sappiate di che cosa si tratta. Le foto qui accanto sono, del resto, eloquenti. In ogni caso, questo è un sito dove potete trovare le spiegazioni che vanno per la maggiore e che consistono nell’attribuire il fenomeno agli extraterrestri o comunque a cause esoteriche. Questo invece è un articolo di Massimo Polidoro, che spiega i cerchi in modo diverso .

Per quanto mi riguarda, mi limiterò a fare delle considerazioni da uomo della strada, cioè quelle che farebbe chiunque 1) non abbia mai fatto un sopralluogo sui campi di grano in cui sono stati tracciati i disegni, né eseguito personalmente alcuna analisi scientifica; 2) sappia soltanto, attraverso i mezzi di informazione, che le ipotesi “mysteriose” e quelle “scettiche” si confrontano senza che i fautori dell’una e dell’altra si convincano a vicenda (dunque non ci sono extraterrestri che reclamino pubblicamente la paternità dei disegni e d’altra parte le spiegazioni degli scettici non sembrano accettabili dagli altri).

Mettiamo il caso che davanti a casa mia ci sia un grande muro bianco, magari quello che sostiene il terrapieno di una ferrovia o di un raccordo autostradale. Una mattina mi sveglio e lo trovo dipinto con un bellissimo murale. Quali spiegazioni posso dare, sulla scorta della comune esperienza e della normale razionalità? L’ipotesi più probabile è che durante la notte alcuni graffitari, armati di bombole spray, abbiano tracciato quei disegni. Mettiamo adesso il caso che, sempre davanti a casa mia, ci sia invece un grande campo di grano. Una mattina mi sveglio e ci trovo delle figure ottenute abbattendo le spighe. Quali spiegazioni posso dare? Beh, se me lo avessero chiesto prima che la faccenda dei cerchi diventasse un caso, avrei risposto (come, immagino, tutti): quelle figure le hanno tracciate degli artisti perditempo in cerca di svaghi insoliti. Non mi sarebbe venuta in mente l’ipotesi di pensare agli UFO, né in un caso, né nell’altro.

Mi chiedo che cosa possa far supporre che a degli extraterrestri, dopo un viaggio di cento milioni di anni luce, venga voglia di mettersi a fare dei disegni nel campo di un contadino, peraltro scassandogli i maroni. Mi si dirà: la logica degli alieni è, appunto, aliena. Va bene, ma allora posso pensare che siano loro a fare anche i graffiti sui muri della città. Magari sono alieni artisti.Sia ben chiaro che io non voglio negare a priori l’ipotesi che ci sia vita su altri pianeti. Anzi, su questo sono più che possibilista. Non voglio neppure negare l’eventualità che prima o poi avremo dei contatti con civiltà extraterrestri, né che questi contatti siano in realtà già avvenuti. Per carità, tutto può essere e fra tante cose strane questa sarebbe la meno strana di tutte.

Quello che mi lascia perplesso è che degli alieni in possesso di astronavi sofisticatissime e supertecnologiche (e dunque super intelligenti) vengano sulla Terra per disegnare sul grano. Vogliono lasciare dei messaggi? Potrebbero comparire in televisione. Oppure tracciare dei segni in Piazza San Pietro, davanti alla sede dell’ONU, sulla parete nord dell’Everest. Magari, con un piccolo sforzo, potrebbero scrivere in inglese. Ma perché scegliere dei campi di grano? Perché non quelli di cavoli o di fagioli? Non sarà che scelgono il grano perché è facile da abbattere (cioè per lo stesso motivo per cui potrebbero sceglierlo anche degli “artisti” terrestri armati di bastoni)? Ma se hanno le astronavi potrebbero abbattere anche delle foreste di sequoie. Dunque, la scelta è quanto meno sospetta. Poi, il grano non è certo una scelta ecumenica: le civiltà terrestri sono nate anche basandosi sul riso e sul mais. Perché favorire la cultura occidentale invece di quella orientale o centroamericana?
Questo ci porta anche a riflettere sulla collocazione geografica dei cerchi: sono quasi tutti in Inghilterra, come dimostra la foto qui sotto e come si legge in questo sito. Ora, perché degli alieni dovrebbero insistere soltanto nel disegnare nei dintorni di Londra? Non è più facile pensare che siano londinesi gli artisti che disegnano i cerchi, e che i campi sono quelli che più facilmente questi possono raggiungere in automobile? E’ chiaro che se dei “graffitari” del grano disegnano i primi cerchi e ne parlano i giornali, ecco che loro stessi o degli imitatori si divertiranno a proseguire il gioco, e magari si creeranno anche gruppi in competizione in varie altre parti del mondo. E’ sospetto anche il fatto che il fenomeno sia piuttosto recente (anni Ottanta), e coincida con lo sviluppo dell’arte murale metropolitana. Polidoro scrive: “Per un gruppo di artisti/burloni inglesi (vedi: http://www.circlemakers.org/) realizzare disegni nel grano è diventata addirittura una professione! Per questo motivo sono ingaggiati da aziende perché realizzino insoliti disegni al fine di pubblicizzare determinati prodotti”.

Un’altra professione è anche quella di pubblicare libri che raccolgano foto dei cerchi nel grano. Ne ho visti un paio, davvero affascinanti, e la prima domanda che mi sono fatto è: ma sono TUTTE foto vere o sono state modificate al computer? Anche ammettendo che siano tutte foto vere, è chiaro che agli autori dei libri conviene avere sempre nuove foto da scattare e dunque converrebbe anche commissionare disegni sempre freschi. Sospetta è anche l’estrema geometricità dei disegni, che sono quelli ottenibili su un foglio con il compasso o con i goniometri o gli accessori sagomati acquistabili in ogni negozio di belle arti o di forniture da ufficio. Un palo piantato in un punto e una corda tesa disegnano cerchi, ellissi, linee esattamente come quelle delle figure nel grano. Se gli artisti fossero alieni e disponessero di tecnologie evolutissime potrebbero convincerci disegnando figure davvero impossibili da realizzare manualmente.In conclusione, dato che è molto più probabile credere ai circlemaker di origine terrestre piuttosto che a alieni artisti (anche in considerazione delle cose ben più importanti che presumibilmente essi avrebbero da fare), non trovo abbastanza convincente la seconda ipotesi. Almeno, non più convincente che pensare ai folletti, ai fantasmi. Non è che non ci credo. Attendo che mi si convinca con qualche argomento più solido. Tutto qua.