domenica 15 luglio 2012

IL PRIMO COSO BELLO




Per chi ancora non le conoscesse, le regole del gioco sono queste: più o meno una volta al mese, raduno in un unico articolo le cose più divertenti o interessanti (testi, immagini e facezie, segnalazioni) pubblicate sul mio “coso” su Facebook.  I testi che seguono hanno il pregio di essere brevi e scollegati fra loro, e dunque si possono leggere solo quelli che hanno il titolo più divertente o l'illustrazione più accattivante.





TUTTO ESAURITO

1° giugno. Sono appena tornato dall'edicola viareggina da cui mi servo abitualmente, e ho chiesto notizie sia sullo Zagorone che su Zagor Collezione Storica di Repubblica. L'edicolante si è detto entusiasta delle vendite di entrambe le testate. "Guarda, dello Zagorone me ne sono rimaste cinque su venti che ne ho avuti, in soli due giorni; lo Zagor di Repubblica ne vendo quindici tutte le settimane e non faccio mai rese,ne vendo tanti quanto ne vendevo dei Tex. In generale, qui da me Zagor va benissimo". Noto che però lo Zenith non c'è. "Non c'è perché l'ho finito! Appena arriva, lo vendo subito tutto! Chiedo sempre di averne più copie, ma mi mandano quelle". E' vero che si tratta di una grande edicola, che ha un grande spazio per i fumetti, ed è su una grande passeggiata sul mare in un grande centro di villeggiatura, e dunque non può essere presa a esempio, ma c'è comunque da essere contenti.




LA BORSA DELLA SPESA

1° giugno.  L'articolo più cliccato di questo blog risale al luglio dello scorso anno e si intitola "La borsa della spesa". Il motivo di tanto successo è uno solo: per puro caso, a supporto di una argomentazione fatta (poco di più che una facezia) ho citato i nomi di Rocco Siffredi e di sua moglie Rosa Caracciolo, corredando il pezzo con una (castigatissima) foto dei due. Così, mi sono garantito cento visite al giorno soltanto dagli internauti che cercano immagini e notizie su uno dei due, o su entrambi. L'argomento del post, però, era di tutt'altro genere: elencavo soltanto i miei ultimi acquisti in fumetteria. Adesso provvedo invece, così per curiosità, ad aggiornarvi sui miei  ultimi acquisti in libreria . In ordine alfabetico per autore: 1) Joe Hill, "La vendetta del diavolo" (Sperling & Kupfer) - Joe Hill è il figlio di Stephen King; 2) Christopher Hitchens, "Hitch 22" (Einaudi) - è l'autobiografia del grande giornalista e polemista inglese, autore di "Dio non è grande", morto di recente; Adolfo Lippi, "I viareggini" (M&M) - è la storia di Viareggio, la mia città adottiva, e un ritratto dei suoi abitanti; Peter Manseau, "La bottega delle reliquie" (Fazi) - un saggio sulle reliquie e i corpi dei santi; Arturo Perez-Reverte, "Il ponte degli assassini" (Tropea), settimo romanzo delle avventure di Capitan Alatriste, ambientato questa volta in Italia.



 IO SONO LEGGENDA

1° giugno. Makarska (Croazia), maggio 2012. Riconosciuto per strada e fermato dai due amici della foto. Mi hanno persino detto: "You are a legend!". Nemo propheta in patria e soprattutto in redazione.




IL MALFIDENTE

1° giugno. A Panda (e al suo bravissimo autore) piacciono le nuvole, intese come cloud computing, come dimostra quel che si può leggere cliccando su questo link. Ma perché, se a Panda piace, a me no? Perché non mi fido? Perché temo che con il cloud computing i miei dati andranno persi? Perché temo che non mi potrò collegare per accedervi? Perché temo che mi ruberanno le foto e i dati personali? Perché temo che se metto i dati su un cloud, poi dopo quel sistema fallisce e io devo trasferirli su un altro, che non so come si fa? Perché temo che se anche i dati ci fossero e mi potessi collegare quando voglio, mi ci vorrebbe una vita prima che la connessione smetta di dirmi che c'è un buffering in corso? Non riesco a vedere i filmati su YouTube per il buffering che gira gira gira senza che si veda una mazza, figuriamoci se avessi una sceneggiatura da recuperare per continuare a scrivere. Farei prima a scriverla a mano. E poi, se io compro un hard disk solido e concreto da 1T, non spendo meno (considerando che mi durerà dieci anni) e non ho più spazio dei 500 G offerti con un abbonamento annuale? E all'hard disk, non posso forse accedere anche se salta il collegamento Internet o sono in un posto (tipo la casa dei miei genitori in montagna) dove Internet non c'è? Non c'è perché non ho la chiavetta, direte voi, ma se devo fare l'abbonamento per la chiavetta, oltre a quello di Fastweb a casa e quello del cloud, buonanotte suonatori, quanti abbonamenti devo fare? Insomma, non mi fido. Non c'è niente da fare. Sob.




PAPA DON'T PREACH

3 giugno. Leggo sul "Corriere della Sera" di oggi (pag. 7) che per il Papa avrebbe indicato il modo migliore per prevenire i divorzi, considerati ovviamente un male. Si tratterebbe di pensarci bene prima: "La Chiesa non chiede agli sposi se sono innamorati. Chiede se intendono restare insieme per sempre". Il che mi sembra di una tragicità fantozziana: la conseguenza logica è che due che si sposano debbano, secondo Benedetto XVI, restare insieme tutta la vita anche se non si amano. Dunque, debbano soffrire come le bestie. E non cercare un nuovo amore in grado di consolare entrambi e di dare nuovo senso alle loro vite. Lasciate ogni speranza, o voi che entrate. E meno male che subito dopo, o subito prima (non saprei), il coro della Scala ha intonato l' "Inno alla gioia", come se ci fosse di che stare allegri. In ogni caso, c'è del vero in quel che dice Ratzinger: bisogna pensarci bene prima. Se fosse per me, metterei una legge che obbliga i futuri sposi a convivere insieme, more uxorio, per almeno cinque anni. Dopo aver sperimentato se vivere insieme sotto lo stesso tetto, e sopra lo stesso letto, è tollerabile, allora ci si può sposare. Prima no. Invece, da quel che mi risulta, la Chiesa vieta i rapporti prematrimoniali (mi chiedo quanti dei presenti all'incontro con il Papa se ne siano, nei fatti, astenuti) e il concubinaggio. E la legge dello Stato impone una attesa di tre anni non per sapere se due sono adatti a sposarsi, ma per permettere loro di divorziare. Ma volendo proprio essere drastici, basterebbe capire che la causa prima del divorzio è il matrimonio. Vietando quello, si eliminerebbero tutti i problemi.



DALL'ALBUM DEI RICORDI

3 giugno. Moreno Burattini con il giallista e saggista Leonardo Gori e il grande Giorgio Cavazzano, a Firenze in un momento imprecisato degli anni Novanta.



L'EREDITA' SDOGANATA

5 giugno. Leggo su un forum zagorian un commento di Giampiero Belardinelli a proposito dell'albo "Sulle tracce di Dexter Green: "Ironia texiana, un cattivo ferocissimo, documentazione e flashback, una gag improvvisa e fulminante: vecchio e nuovo, riferimenti colti e popolari, consapevolezza e padronanza tecnica fanno di questo albo l'ennessimo tassello dello Zagor sdoganato dall'eredità nolittiana. Prisco, dal canto suo, sta facendo un lavoro d'autore!". La frase che mi colpisce è "sdoganato dall'eredità nolittiana". Avrò di che riflettere, nelle prossime ore.



5 giugno. Joevito Nuccio. Illustrazione per la premiazione del concorso Cover Reloaded.



5 giugno. Giuseppe Manunta. Omaggio a Dylan Dog (inedito).



ADDIO ALLE ARMI

5 giugno. La Villain Comics è un’etichetta indipendente fondata da sette sceneggiatori italiani. Michele Monteleone, Stefano Marsiglia, Giulio Gualtieri, Francesco Trentani, Bruno Letizia, Roberto Cirincione e la partecipazione speciale di Roberto Recchioni come supervisore dei testi. Ho letto "Addio alle armi", testi di Antonio Gualtieri e Francesco Trentanni, disegni di Valerio Nizi e mi è parso proprio bello. Un noir futuribile disegnato benissimo, che se avesse un lettering più grande e scritto a mano potrebbe piacere anche a chi legge Tex. Auguri a tutti e sette, comunque.



6 giugno. Gianni Sedioli, Mauro Laurenti e Gallieno Ferri nella fumetteria Living Colour di Viareggio, nell'aprile 2012.



6 giugno. Massimo Pesce e Jacopo Rauch nella fumetteria Living Colour di Viareggio, nell'aprile 2012.



CIAO, RAY

7 giugno. E' morto Ray Bradbury, l'autore di Farhrenheit 451, ma che per me è lo scrittore del racconto "Rumore di tuono" (A sound of thunder), quello dove si immaginano dei viaggi nel tempo compiuti a scopo turistico, in uno dei quali un viaggiatore calpesta una farfalla e cambia il futuro. Uno dei racconti di SF più belli che abbia mai letto, dopo "L'ultima domanda" e "Notturno" di Isaac Asimov.




7 giugno. Gallieno Ferri e Joevito Nuccio insieme in redazione: il maestro e l'allievo.



LAVORI IN CORSO

8 giugno. Stamattina sono andato a fare un giro in bicicletta sulla pista ciclabile che collega Viareggio con Lido di Camaiore. Sia sulla passeggiata a mare di Viareggio che su quella del Lido, ho trovato dei lavori in corso: marciapiedi in rifacimento, recinzioni, mucchi di sabbia e di cemento. Ora, non è che la passeggiata a mare non avesse bisogno di restauri: ce n'era bisogno eccome (anche se io avrei iniziato a rimettere in sesto la piazza principale, quella con la statua del Burlamacco simbolo del carnevale e biglietto da visita della città, invece che con il rifare i marciapiedi laterali). Il punto è un altro: siamo a giugno, e le città di mare della Versilia vivono soprattutto sul turismo estivo: quattro mesi scarsi di introiti garantiti dai vacanzieri. Dunque, perché far trovare ai visitatori dei viali sul mare in rifacimento proprio mentre costoro vorrebbero passeggiarci indisturbati con il gelato in mano o spingendo i passeggini? Non era meglio organizzarsi in modo di fare i lavori tra marzo e maggio, togliendo i cantieri il primo giugno? Certe cose non si potrebbero fare nei mesi morti? Mah. Sia ben chiaro, non ce l'ho né con il sindaco di Viareggio né con quello di Camaiore, dato che vedo cose del genere praticamente dovunque, qualunque sia il colore politico delle amministrazioni. Potrebbe persino essere che assessori e sindaci abbiano, in qualche caso, le loro ragioni, e non voglio puntare il dito su una fattispecie piuttosto che su un'altra. Il discorso è più generale e riguarda il buon senso con cui si fanno le cose, quando si ha che fare con la cosa pubblica. Tutti saremmo in grado di citare cento esempi in cui i pubblici amministratori hanno fatto scelte incomprensibili, sciocche, palesemente sbagliate, scriteriate, cialtrone, arruffate, deprimenti. Scelte che la gente della strada avrebbe saputo consigliare meglio, su cui chiunque avrebbe dato un parere più saggio, più sensato. Invece, i sindaci (o i presidenti di provincia o di regione) sembrano partorire, in troppi casi, solenni castronerie. Perché? Perché non si riesce ad amministrare una città come si farebbe con casa propria o con il proprio giardino? Secondo me, oltre che per le pressioni di chi finanzia le campagne elettorali o delle lobby locali o nazionali, perché troppi amministratori invece di ritenersi quelli che devono innanzitutto asfaltare le strade piene di buche, curare il verde pubblico o garantire l'illuminazione cittadina, vogliono giocare al "piccolo politico" e riproducono in piccolo le tensioni del parlamento nazionale, per cui c'è sempre la destra contro la sinistra e viceversa, ci sono i discorsi magniloquenti sull'eredità di Gramsci e di don Sturzo, c'è l'antifascismo e c'è l'anticomunismo, ci sono gli equilibri avanzati e le convergenze parallele. E fra tanti discorsi in politichese fatti in giacca e cravatta, ci si dimentica delle cose pratiche come i parcheggi o la pulizia delle strade per cui bisognerebbe mettersi in jeans e T-Shirt e darsi da fare in mezzo alla gente.




LECTOR IN FABULA

8 giugno. Il giorno: ieri pomeriggio, verso le 16.15. Il luogo: la stazione ferroviaria di Massa Centro. Io sono in un vagone e guardo distrattamente fuori dal finestrino. C'è un signore con i capelli bianchi (circa 60 anni) che, in piedi appoggiato a un muro vicino ai binari, legge "Sulle tracce di Dexter Green", l'ultimo Zagor (mio e di Prisco). E' arrivato a metà e pare interessato. Non si scuote neppure per l'arrivo del treno. E' una scena troppo bella. Cerco lo smartphone per fare una foto a volo. Scopro che il telefonino è spento e non dà segni di vita. Si sono scaricare le batterie. Il treno riparte. Peccato.




UOMINI E TOPI

8 giugno. I gatti di casa hanno ucciso un topo in giardino. Il cadavere del roditore giace nell'erba già ronzante di mosche. Accorro con una pala per metterlo in un sacchetto e gettarlo via. Così, guardo da vicino l'animale. E' un topone grande come una bottiglietta di Coca Cola. A vederlo bene, è carino: assomiglia un criceto o un orsetto russo, un bel pelo grigio da carezzare. Zampine e nasetto rosa, dentini, musino simpatico. Perché, però, non mi fa tenerezza? Perché non la carezzerei mai? Perché, tra i roditori, gli scoiattoli o i ghiri ci sembrano deliziosi e o topi no? Beh, credo di averlo scoperto. E' per la coda. La coda dei topi fa proprio schifo, è repellente. E' per questo che a Michey Mouse, Jerry, Speedy Gonzales e Topo Gigio non la fanno così come realmente è.


8 giugno. Secondo "Gli Audaci", il  nuovo Zagorone "L'uomo che sconfisse la morte" è "una delle storie più belle di sempre. A me piace molto il disegno che illustra la recensione. Però, occhio allo spoiler se non avete ancora letto "L'uomo che sconfisse la morte".

http://gliaudaci.blogspot.it/2012/06/il-secondo-zagorone.html




BRUCE, LI'
   
9 giugno. Graziano Romani, lo Springsteen italiano, ha scritto la prefazione a un libro sull'originale Springsteen born in the USA (Bruce). Si tratta del saggio di Daniele Benvenuti - giornalista e critico musicale e sportivo - pubblicato da Luglio Editore dedicato al grande rocker del New Jersey. Ecco alcune note riguardanti il libro, che potrete trovare in tutte le librerie, tratte dal sito di Graziano: "ALL THE WAY HOME (Tutte le strade portano a casa)- BRUCE SPRINGSTEEN IN THE ITALIAN LAND 1985- 2012, il primo studio approfondito sul particolare rapporto (derivato anche dalle origini della mamma Adele) che lega Bruce Springsteen al nostro Paese. Dagli archivi e dalle esperienze sul campo del giornalista e studioso Daniele Benvenuti, un'analisi di tutti i 40 concerti tenuti dal rocker del New Jersey in Italia, partendo dallo storico 21 giugno 1985. Scalette, cronache,e immagini mai pubblicate sono la base di un lavoro, in realtà, molto più complesso e articolato: analisi socio-antropologiche di stampo accademico e studi di settore con il supporto di quotati professionisti (la voce, il cantato, tecnica e stile alla chitarra e all'armonica, atleticità e teatralità, psicologia e visione politica). Ma anche Bruce visto dal palco, con le testimonianze dei pochissimi connazionali che hanno materialmente diviso il microfono on stage con lui, e di fronte al palco, grazie ai segreti degli organizzatori e all'analisi degli appassionati. Un'opera unica nel suo genere, con oltre 250 foto inedite e prefazioni di Willie Nile, Graziano Romani e Alessandro Besentini."
9 giugno. Zagor marpione in un disegno di Stefano Andreucci.


LA SIGNORA

9 giugno. Un amico mi ha raccontato questo aneddoto a proposito di suo nonno, un signore d'altri tempi passato a miglior vita. Quando aveva poco più di trent'anni, diciamo subito dopo la guerra, la moglie partorì il secondo figlio e gli disse: "Con questo, abbiamo chiuso". Non intendeva solamente "chiuso con i figli", ma proprio chiuso con il sesso, dato che, a quanto pare, finora lo aveva fatto solo perché doveva, senza trarne particolari soddisfazioni, e dunque riteneva che, avendo messo al mondo la prole che ci si aspettava da lei, poteva bastare. Il nonno del mio amico alzò le spalle e se ne fece una ragione: che poteva fare? Il divorzio ancora non c'era, e poi lui magari a quella moglie voleva pure bene. Allora, si arrangiò. Dai suoi trent'anni fino agli ottanta, cominciò ad andare, tutti i giovedì, a trovare in un appartamentino non distante da casa, una professionista che lo ebbe come il suo cliente più fedele e assiduo. Tutti lo sapevano, la moglie compresa, alla quale andava benissimo. Al mio amico che chiedeva dove andasse il nonno quando, a intervalli regolari, si assentava da casa, rispondevano che il nonno andava "da una signora". Ecco, mi pare una storia carina e persino commovente. Mi figuro che anche la "signora" volesse un po' di bene a quell'ometto, e che magari a un certo punto abbiano pure festeggiato i venticinque, i trenta o i cinquant'anni di letto insieme.


GLI ESAMI NON FINISCONO MAI

11 giugno. Sono stato a pranzo con Claudio Gallo, il professore universitario veronese che mi ha invitato, qualche settimana fa, a tenere una lezione ai suoi studenti presso l'Ateneo dove insegna Storia del Fumetto. Mi ha detto che, cosa che non gli era mai capitata prima, la mia lezione ha cambiato in modo notevole le scelte degli iscritti riguardo all'argomento da portare all'esame, e su oltre cento esaminandi, più della metà ha deciso di portare Zagor! Sono sorpreso io per primo e, ovviamente, mi fa molto ma molto piacere.



11 giugno. Moreno Burattini canta in duetto con Graziano Romani (Viareggio, aprile 2012).




11 giugno. Moreno Burattini. Vignetta in portoghese dal titolo "Tex a Rio", apparsa su una pubblicazione brasiliana. Il testo dice: "Che cos'è?". "Una multa per divieto di sosta".



11 giugno. Il libro pop-up di Martin Mystere "Mistero a Copan".


SE NON CI FOSSERO I VACCINI

11 giugno. Su "Le Scienze" di questo mese (n° 526 - Giugno 2012) c'è un lungo e interessante articolo sulla poliomielite: l'umanità è sul punto di debellarla per sempre. A questo argomento dedica il suo editoriale anche il direttore, Marco Cattaneo, intitolandolo: "Se non ci fossero i vaccini". Un pezzo da incorniciare, con una lunga citazione iniziale da "Nemesi" di Philip Roth in cui lo scrittore ricorda gli anni in cui nelle città americane imperversavano le epidemie di polio e i genitori vietavano ai bambini di andare in piscina, al cinema o parlare ai telefoni pubblici. L'ultima di queste epidemie, del 1952, registrò 58.000 casi che provocarono 3145 vittime e 21269 giovani colpiti da paralisi. In Europa, poco prima che la vaccinazione diventasse obbligatoria, ci fu nel 1958 un dilagare della malattia, con 8300 casi. Dal 1966 tutti i bambini italiani sono stati tutelati per legge (e anch'io ricordo di essere stato vaccinato, così come ricordo tanti ragazzi più grandi di me che invece camminavano con le stampelle o erano costretti sulla sedia a rotelle: capitava di vederli a scuola o per strada). Conclude Cattaneo: "Prima di dar retta ai guru da cabaret che sostengono che i vaccini fanno male, dovremmo ricordare a tutti a quali rischi erano esposti i bambini solo mezzo secolo fa, e avere rispetto dei milioni di persone che di polio hanno sofferto o sono morte".


12 giugno. Roma. Quartiere di Mezzocammino. Ingresso del parco (un caro saluto ai due amici della foto, che non so chi siano ma che sono lieto abbiano messo in rete questo scatto).



12 giugno. Foto di anni lontani. 1992: a Lucca c'era ancora lo stand della Glamour con una hostess che si concedeva agli autori. :-)



12 giugno. Foto di anni lontani. Metà anni Novanta. Io e Giacomo Michelon ai tempi di Cattivik e Lupo Alberto di Macchia Nera.



12 giugno. Foto di anni lontani. 1992. Io con Michele Pepe e Giuseppina Caresana. Lui, scomparso autore di Zagor, lei attuale letterista dello Spirito con la Scure.



VIAGGIO IN PARADISO 

13 giugno. Sono andato a vedere "Viaggio in Paradiso", di Adrian Grunberg con Mel Gibson.Che vi devo dire? A me è piaciuto (come in generale piace Mel Gibson, comunque sia). Ironico, violento, pulp, con delle trovate niente male, e un bel cattivo che si cambia il fegato ogni volta che l'alcool glielo consuma. C'è sa chiedersi se carceri bidonville come quello in cui si svolge il novanta per cento del film esistano per davvero, in Messico.


NUOVI IMPEGNI

14 giugno. Come ogni giovedì, dovrebbe essere arrivato in tutte le edicole il nuovo Zagor Collezione Storica a colori, in questo caso il n°18. A partire dal n° 19, ci sarà un piccolo cambiamento nelle pagine introduttive. Se finora ho avuto il compito di riempire due facciate, dalla prossima settimana i testi di mio appannaggio ne occuperanno sei. Avrò infatti una nuova rubrica di cui occuparmi (fermi restando i "Buoni & Cattivi").Se c'è qualcuno che ha interrotto lo Zagor Collezione Storica dopo i primi cinque o sei numeri, adesso è il momento di ricominciare perché stanno arrivando i capolavori, tra cui "Zagor Racconta...". L'inizio, come si può ben capire, ha avuto bisogni di un rodaggio.



SEGNI DI INTERPUNZIONE

15 giugno. All'inizio di "Tutti i chilometri che servono", un libro di un giovane scrittore, Federico Fascetti, edito da Fermento (e disponibile anche in e-book), c'è una sorta di manuale di istruzioni per agevolare la lettura, che ho trovato bello e divertente. Il manuale spiega che senso dare ai segni di interpunzione. Eccolo:

Virgola (,): pausa breve.
Punto e virgola (,): pausa medio lunga.
Punto (.): pausa lunga.
Due punti (:): pausa per riprendere fiato prima della rincorsa.
Punto esclamativo (!): pausa lunga a bocca aperta.
Punto interrogativo (?): pausa curiosa.
Punto interrogativo con punto esclamativo (?!): pausa di curioso stupore.
Puntini di sospensione (...): pausa col fiato sospeso.
Virgolette: (" "): riportano fedelmente un dialogo, una citazione, un pensiero.



16 giugno. Illustrazione di Stefano Andreucci.


FORTE, IL PIANO

16 giugno. Questa mattina, ultima lezione di pianoforte prima della pausa estiva, poi o non ci sarò io o non ci sarà la mia insegnante. Riprenderemo a settembre. Se avessi tempo per studiare, sarei un bravo pianista. "Se", appunto.



IL PIATTO DEL GIORNO

16 giugno. Finalmente, dopo una serie di traslochi, spostamenti, risistemazioni, sostituzione di pezzi guasti, ho ripristinato nel mio studio-mansarda a Viareggio il mio vecchio mega stereo che avevo nella mia cameretta da scapolo, quando vivevo ancora con i miei genitori. Per dirla con franchezza: che belle le casse grosse come cassettoni, il piatto pesante ed enorme, tutto l'armamentario di lettore CD, lettore di cassette con duplicatore delle medesime, radio, amplificatore! Altro che i supporti per l'Ipod che ci sono nelle case di adesso! ...Così, con soddisfazione, ho tirato fuori i vecchi vinili, da trentatré e quarantacinque giri, e me li sto riascoltando tutti, sul piatto che gira.
Chi mi segue qui e sul blog sa che io conduco una battaglia per la musica senza frontiere, senza steccati, senza pregiudizi. Chi si barrica dietro i muri che egli stesso costruisce, finisce per divertirsi la metà e avere sempre la puzza sotto il naso. Io sono fiero di ascoltare di tutto, di accettare consigli da tutti, di sentire i CD che mi prestano, di essere contagiato da nuove passioni scoperte per caso.I vinili che conservo da quando ero adolescente, sono all'ottanta per cento i classici della musica italiana, per lo più cantautori, poi un po' di roba straniera (come i Queen, i Depeche Mode, i Duran Duran, Madonna,gli Wham, i Genesis, i Culture Club, Elton John...), un po' di opera e musica classica. In questo momento sto sentendo Federico Monti Arduini, ovvero Il Guardiano del Faro. Credo che dopo metterò i Rondò Veneziano. Tutte cose, queste ultime, che non ho in CD. Monti Arduini è stato un precursore con il Moog, e oltre al "Gabbiano Infelice" c'è almeno un altro brano che tutti ricordano, "Amore grande, amore libero" (rigorosamente strumentale ed eseguito da solo alle tastiere), ma anche "Pensare, capire, amare" e "Pajaso" mi piacciono molto.




MATASSE E GOMITOLI

16 giugno. Giornata di mare con pranzo a base di insalatone in un ristorante sulla passeggiata a mare di Lido di Camaiore. Mentre mangiamo, dalla spiaggia entrano nel locale, andando e venendo, bagnati scalzi e sabbiosi in costume da bagno. Il che mi fa venire in mente due cose. La prima: metterei l'obbligo di legge, pena l'impiccagione, che per entrare in un ristorante a torso nudo gli uomini debbano prima essersi depilati almeno le matasse sulla schiena (sarò che io sono un modello a pelo corto, ma non capisco come facciano le donne ad apprezzare certi gomitoli). La seconda: una volta ho avuto una fidanzata la quale riteneva che anche i quattro pelucchi che ho sul dorso io andassero eliminati, e mi convinse a sottopormi alla ceretta che si faceva regolarmente lei. Così, mi spalmò della classica melassa calda e appiccicosa, applicò le strisce e strappò senza pietà e senza preavviso. "AAARGH!", feci io. E lei replicò: "Ma insomma! ...Sii donna!".



FINCHE' C'E' PESTE C'E' SPERANZA

16 giugno. Sotto l'ombrellone, mia figlia Alice ripassa con me le materie d'esame (quello di terza media, che sta affrontando). Parliamo di letteratura italiana, e la interrogo sui Promessi Sposi. Alice, nel rispondere (in maniera tutto sommato soddisfacente), sottolinea come il Manzoni abbia reso protagonisti del suo romanzo delle persone semplici, degli umili, che si contrappongono ai potenti aiutati dalla forza della Provvidenza. Il che è giustissimo. Però mi viene un po' da ridere pensando alla Provvidenza che prima incasina Renzo e Lucia come peggio non si può (in realtà, potrebbe piovere) e poi, per toglierli dai guai in cui Lei li ha cacciati (poteva pensarci prima, insomma), scatena la peste in cui muore don Rodrigo. Ma muoiono anche diverse decine di migliaia di milanesi. Alice dice che comunque c'è il lieto fine. Ah, beh. In effetti Renzo e Lucia la scampano. Peccato per tutti gli altri.
Il problema della "provvidenza" è capire perché Dio debba intervenire sempre dopo e sempre a favore di qualcuno e non di qualcun altro. Per esempio, l'episodio più straziante dei "Promessi Sposi" è quello della mamma di Cecilia, che consegna ai monatti la propria bambina avvolta in un vestitino bianco e li avvisa di tornare il giorno dopo a prendere anche lei. Ecco: e la provvidenza? Perché non l'ha aiutata? Io, che ho sempre le lacrime agli occhi leggendo quella pagina, mi commuovo: la provvidenza, no. Riguardo ai potenti rovesciati dai troni e agli umili innalzati, vien da dire che di solito gli umili continuano a prendere regolarmente pesci in faccia, e questo è più vero che mai nel caso della peste: i ricchi potevano starsene chiusi nei castelli, o cambiare aria andando in campagna (come la compagnia del Decamerone), i poveri restavano nei loro tuguri a morire. Per un don Rodrigo che giustamente paga il fio delle sue colpe, schiattano mille poveracci, compresi quelli contagiati nella processione promossa dal cardinale Federigo per chiedere la fine dell'epidemia a quell'Altissimo che, secondo loro, per motivi oscuri (spero non per salvare la verginità di Lucia) l'aveva mandata. Se c'è una cosa da non fare durante le epidemie, sono le processioni. In conclusione, senza voler fare per forza l'agnostico, quel che mi sembra chiaro è che non si può dare il merito a Dio per il miracolo che salva un malato da una malattia mortale, e non dargli la colpa per i milioni di altri che per la stessa malattia muoiono. Se Dio è buono e onnipotente ed è nella sua discrezione intervenire nelle cose umane, dovrebbe salvare tutti, o meglio, non far ammalare nessuno. Siccome non lo fa, e non vogliamo pensare che non sia buono o che non sia onnipotente, resta da credere che non voglia intervenire nelle cose umane. Dunque non ha né colpe né meriti, e i miracoli ce li immaginiamo noi attribuendoli a qualcuno che ci soccorre nelle nostre tribolazioni. Del resto, per credere in Dio i miracoli non servono. E se a qualcuno ci volesse uin miracolo per credere, allora che fede fragile che avrebbe!



GRANDI SPERANZE

17 giugno. Non posso fare a meno di notare, ogni volta che leggo qualcosa in proposito, di come molti scienziati siano ottimisti sulle scoperte tecniche e scientifiche che sembrano sul punto di rivoluzionare la vita dell'uomo nei prossimi abbi (nonostante il pessimismo cosmico che attanaglia gli occidentali per colpa della crisi economica). Su "Le Scienze", un articolo sì e uno no accenna a degli studi che sono sul punto di fare fare un balzo alle nostre conoscenze a proposito di qualcosa di importate (fisica quantistica, medicina, cibernetica, paleoantropologia, nuovi materiali, biologia, nuove fonti di energie, cosmologia e cosmogonia). Su "Repubblica", un mese fa, Umberto Veronesi scriveva in modo entusiastico a riguardo delle nanotecnologie che presto, molto presto, cambieranno tutto (l'articolo è linkato in basso). Oggi, leggo sul "Corriere della Sera" (anzi, sul suo supplemento domenicale "La Lettura") un colonnino di Antonio Polito intitolato "Il futuro è migliore" in cui viene recensito un libro uscito da poco in America, "Abundance: The Future Is Better Than You Think", di Peter Diamandis (Free Press), in cui si dice che non abbiamo idea di quanto la tecnologia sia vicina a produrre un veri e proprio salto in avanti per l'umanità, che cambierà radicalmente lo standard di vita di ogni uomo. Dato che di questo parere sembrano essere in diversi, non c'è che da attendere fiduciosi.


SPIAGGE

17 giugno. Sarà che sono un montanaro rotolato a valle e finito in riva al mare, ma la vita da spiaggia, a me, pare proprio un mezzo inferno. Siamo sinceri: ma chi ce lo fa fare, di stare un giorno sulla sabbia arroventata, sotto il sole cocente, cercando di non uscire dalla poca ombra che può offrire un ombrellone sotto il sole allo zenith? Se uno non ha la fortuna di potersi permettere uno stabilimento balneare come quelli di Forte dei Marmi, con i letti a due piazze e gli asciugami dalla tinta in tono cambiati dagli inservienti, posti sotto tende stile arabo e palmizi, le due sdraio senza braccioli e il lettino di plastica abrasiva che danno sul resto degli arenili, sono un vero e proprio supplizio. Tanto per cominciare, per leggere un quotidiano ci vuole un tavolo davanti. Su una sdraio, viene male alle braccia dopo tre minuti e quarantacinque secondi di lettura (cronometrati). Per i libri e i fumetti, la sabbia è micidiale: si insinua fra le pagine e distrugge le rilegature. Gli unici testi che si possono portare in spiaggia sono quelli che, dopo, si è disposti a gettare via. Il sole dardeggia e brucia dovunque non ci sia spalmati la protezione 50, e c'è sempre un punto in cui non ce la si da. Lì, dopo, sono dolori per undici giorni. Dormire sulle sdraio è impossibile, il lettino fa venire il mal di schiena e comunque è sempre occupato da qualcun altro dei famigliari. La rena brucia e non c'è verso camminarci sopra, gli asciugamani sono troppo corti per cui almeno i piedi devi appoggiarceli sopra e te li scotti. I calcagni si screpolano come le zolle di un campo. Nel mare ci sono le meduse. Se non ci sono, c'è comunque il sale che, uscendo, si cristallizza addosso e soprattutto sui peli sotto le ascelle, inevitabile cercare di farsi la doccia che di solito è gelida. Se la vuoi calda, devi pagare cifre esose. Le piscine degli stabilimenti balneari (che in molti preferiscono ormai alle infide onde) sono di acqua salata: impossibile nuotare a occhi aperti perché il sale più il cloro sono un mix micidiale. Le bottiglie di minerale che ti porti dietro per combattere l'arsura diventano calde e imbevibili dopo sei minuti che sono state aperte. Tutt'attorno i pianti dei bambini sembrano ululati di sirene. Volano palloni come dischi volanti. Strepiti dovunque, compresi quelli del napoletano che vende cocco bello cocco fresco (ci dev'essere un'unica famiglia di napoletani che ha avuto in appalto tutte le spiagge della penisola). Ogni quattro minuti e mezzo passa un vucumprà che se fingi di dormire ti scuote e non basta dire "no, grazie" una volta per fargli capire che non sei interessato alla sua merce. Di conseguenza, l'ideale per godersi il mare è vederlo da lontano, dal porticato di una villa in collina dove spira un po' di brezza, e dove si può stare su un divano all'aperto a guardarlo, o su una sedia di vimini davanti a un tavolino coperto di libri e con l'intera rassegna stampa che la sabbia non insidia.



18 giugno. Mauro Laurenti e Gianni Sedioli: Zagor e Cico come sono e come erano, nello specchio del tempo (disegno realizzato a quattro mani in occasione del cinquantennale, in b/n, colorazione successiva da parte di Dejan Bilokapi).


LA STRADA DELLE CICOGNE


18 giugno. E' già la seconda volta quest'anno che mi trovo a fare un particolare tipo di esame medico che, di solito, viene prescritto alle donne incinte (non ho mai capito perché si dica anche "in stato interessante", dato che ai miei occhi le donne sono interessanti comunque). Così, trascorro tre ore (tanto dura l'esame) in compagnia di bellissime ragazze con il pancione (le donne incinte sono più belle del solito - ah, ecco perché sono "in stato interessante). Senza volere, dalla poltrona dove devo stare seduto, mi capita di sentire le voci di altre donne che si sottopongono ad altri esami in delle stanze accanto che, come ho capito, sono destinate alla fecondazione assistita. Sento così parlare di "tentativi": talvolta è il secondo, oppure il terzo o magari anche il quarto. L'infermiera con cui parlano dice a tutte la stessa cosa: "vedrai che questa sarà la volta buona". Mi commuovono le voci da ragazzine emozionate di signore che non vedo ma che sono nate negli anni Settanta, dato che declinano la data di nascita, alcune sono un po' rotte dal pianto, altre speranzose e fiduciose. Si capisce che per loro avere un figlio sarebbe davvero la realizzazione del più grande desiderio della loro vita. Tutte le femmine delle specie sessuate sono geneticamente portate a desiderare la maternità e programmate per quella. Scambio due parole con l'infermiera che mi assiste, che mi conferma con siano tantissime le coppie che non riescono ad avere figli, e spesso (mi dice) non dipende da lei, ma da lui. Spermatozoi troppo deboli, forse per colpa dell'alimentazione dei nostri giorni. Mi sento un po' fuori posto, sia perché mi accorgo di essere l'unico uomo, sia perché sono stato un procreatore prolifico e ho vissuto per anni con il timore dei ritardi delle mie amate (un incubo, credo, con cui tutti i maschietti devono fare i conti), piuttosto che con quello di non contribuire alla discendenza della specie. Me ne vado, a esame finito, con il ricordo di quelle voci. Auguri a tutte perché, nonostante certe leggi, la vita trovi la strada e la cicogna faccia il nido sui vostri tetti.


EROI A GRAZZANO

19 giugno. In occasione di "Eroi a Grazzano" edizione 2012, è stato realizzato un portfolio con cinque illustrazioni: Zagor di Paolo Bisi, Brendon di Lucia Arduini, Dylan Dog di Giovanni Freghieri, Shangai Devil di Stefano Biglia, Dampyr di Nicola Genzianella, tutti artisti piacentini. Per procurarvelo potete provare a chiedere alla giocolibreria "Semola" di Grazzano Visconti (www.libreriasemola.it) o la fumetteria "La soffitta" di Piacenza (www.lasoffittafumetti.com).


19 giugno. Pino Prisco. Matita per "Terra del Fuoco", penultima storia della trasferta di Zagor in Sud America.



19 giugno. Bonelliani all'estero. Volume della serie "Bunker", edito in Francia da Dupuis (il quinto e ultimo), disegni di Nicola Genzianella (Dampyr), su testi di Bec &  Betbeder.



19 giugno. Nicola Genzianella (Dampyr), Paolo Bisi (Zagor) e Ade Capone (Zagor) a Grazzano Visconti (giugno 2012) in occasione di "Eroi a Grazzano".



19 giugno. Partecipazione di nozze di Marina e Francesco, che si sono sposati il 10 giugno 2012 in provincia di Viterbo. Auguri! La cosa divertente è che avrebbe potuto essere la partecipazione di nozze di tutti noi maschietti zagoriani (che abbiamo immancabilmente una compagna che fa la faccia della Marina del disegno).



PAROLA DI TRADUTTORE

20 giugno. Il mio traduttore brasiliano (e fratello di sangue) Julio Schneider è al lavoro per tradurre "L'uomo che sconfisse la morte". Ecco che cosa mi ha scritto in una mail: "Sulla spiaggia, nella quiete di fine autunno nell'emisfero sud, l'aria tiepida, leggendo il secondo Zagorone, una lettura lenta, per assorbire ogni parola e lavorare di tastiera, riscrivendo la storia in portoghese. Di solito mi leggo tutta la storia per poi tradurla, ma stavolta ho deciso di leggere e tradurre contemporaneamente. Sul fondo, le note di qualche CD scelto, come King of Darkwood, Johnny Cash ed altri con il meglio delle colonne sonore di classici western. Pagina dopo pagina, l'emozione mi prende. Quando la pira con sopra il corpo di Zagor viene data alle fiamme da Winter Snake e Tonka si lascia scappare una lacrima... emozionato, mi fermo a guardare i dettagli del pennello di Verni (ma ce l'avrà un limite, la bravura di Marco?), la lettura/traduzione si ferma. Passa del tempo prima che riesca a darmi una scossa e andare avanti. Beh, proseguiamo per vedere come la Fenice Zagor risorgerà (ma sarà davvero lui?)."



20 giugno. Paolo Bisi. Zagor, illustrazione per "Eroi a Grazzano" 2012.




STORIA DELLE MIE DISGRAZIE (AGAIN)

20 giugno. Storia delle mie disgrazie (aggiornamento). Chi si fosse messo in ascolto da poco, potrà trovare le precedenti disgrazie elencate nell'articolo linkato qui. Chi già fosse al corrente dei miei guai con la tecnologia, forse potrà capire con quale spirito sia reduce dal più recente dei miei guai. Premetto che quando mi capita qualcosa, il primo consiglio che mi si dà è questo: chiedi a Google. Uno fa una domanda, e da qualche parte in rete c'è già la risposta. Allora, l'ultimo guaio è che il computer fisso che ho in casa a Milano si spegne da sé, dopo dieci/quindici minuti che va, senza nessuna causa apparente. Provo, riprovo, riprovo ancora, ma si spegne, senza preavviso, senza nessun tentativo di comunicarmi il perché pur con uno degli incomprensibili messaggi che talvolta appaiono sullo schermo. Questa volta, niente. Schermo nero di punto in bianco. Allora, chiedo a Google. Domanda: "Perché il mio pc di spegne all'improvviso?". Risposta: "E' il caldo". Ah. Ridomanda: "Che posso fare?". Risposta (giuro): "Aspetta che cambi la stagione". Ecco, c'è un'app per tutto, e piovono tablet dal cielo, ma il mio pc si rianimerà soltanto in autunno, sperando che l'estate non duri fino a tutto novembre, come talvolta accade.


STORIA DELLE MIE DISGRAZIE  (AGAIN AGAIN)

20 giugno. Storia delle mie disgrazie (nuovo aggiornamento). Ho già raccontato di come il mio navigatore (il secondo, dopo il passaggio a miglior vita del primo, di cui ho ugualmente narrato) pretenda che, quando gli chiedo di condurmi in una via, ioinserisca anche il nome di battesimo del personaggio a cui questa è dedicata, se no mi dice che non esiste. "Via Garibaldi": non esiste. "Via Giuseppe Garibaldi", esiste. Sapete tutto del dramma quando siamo di fronte a vie come "Via Pagliano", se uno non sa che il pittore Pagliano si chiamava Eleuterio. Ma, due settimane fa, mi è capitato di dover andare a Reggio Emilia in Via Montegrappa. Sogghigno: Via Montegrappa si chiama così da una località, non c'è un nome di battesimo. Perciò, parto. "Inserire città". Reggio Emilia. "Non esiste". Come non esiste, imbecille? Reggio Emilia! "Non esiste". Reggio Nell'Emilia. "Esiste". Ecco, gli ci voleva "Nell'". Via Montegrappa. "Non esiste". ARGH! Come non esiste! Esiste! Ci sono già stato una volta, ti dico che c'è, aggeggio infernale. "Non esiste". Lo guardo sgomento. Mi illumino d'immenso. Via Monte Grappa. "Esiste".



20 giugno. Magnus. Illustrazione per un libro di favole (da "Il fumetto" n° 82, maggio 2012, su cui c'è un dossier sulle illustrazioni di libri per ragazzi realizzate dal giovane Raviola).


Domenica 24 giugno 2012, il supplemento domenicale del "Corriere della Sera", "La lettura", ospita una storia di TEX di 4 tavole (da quattro strisce l'una) inedita, a colori e completa, scritta da Mauro Boselli e disegnata da Fabio Civitelli, intitolata "La preda". Civitelli è anche l'autore dei colori ad acquarello: lo vedete nella foto mentre mostra orgoglioso la prima striscia originale del suo lavoro.



22 giugno. Ho letto in treno, ieri sera, sia il nuovo numero di Lilith, "La grande battaglia" (n°8, giugno 2012), sia il secondo di Saguaro, "Ombre nel buio". Ho trovato alcune similitudini, fra le tante differenze fra i due prodotti. Innanzitutto, è bello che le differenze ci siano: a volte si sente parlare del fumetto bonelliano come di un qualcosa di omologato, standardizzato, etichettabile e definibile appunto con un solo aggettivo, giudicabile a scatola chiusa, magari con un evidente pregiudizio. Non è così: basta paragonare, appunto, Lilith e Saguaro, sia nei testi che nei disegni, sia nel formato che nella periodicità, sia nel tipo di filosofia creativa che in quella editoriale. In realtà, la Bonelli è in grado di rivolgersi a pubblici diversi e soddisfare le differenti esigenze. Ma veniamo alle similitudini, che vanno al di là del prezzo popolare, della scelta del bianco e nero o delle classiche dimensioni delle pagine. Si tratta innanzitutto di prodotti realizzati con grande cura, e questo dovrebbe essere innegabile anche dai più accaniti detrattori (se mai ce ne sono). Io mi sono perso nell'ammirare le scelte grafiche e le idee narrative di Luca Enoch, così come ho trovato efficaci le tavole di Siniscalchi e i dialoghi di Enna. Tutto si può dire tranne che questi autori non abbiano lavorato dando il massimo, perdendoci del tempo, come se stessero facendo "robetta": al contrario, si vede il loro impegno, la loro dedizione. In secondo luogo, mi ha colpito lo sforzo di documentazione. Sia Enoch che Enna non hanno buttato giù la prima storiella che è venuta loro in mente, ma si sono messi a leggere e a studiare per ricostruire con efficacia anni che non sono i nostri e latitudini e longitudini diverse. Non c'è niente di banale in quello che entrambi hanno fatto. L'editoriale di Gianmaria Contro premesso a "Ombre nel buio" spiega i punti di contatto fra il personaggio di Enna e i romanzi di Tony Hillerman e la ricostruzione che Saguaro dà della sua comunità di nativi americani non è stereotipata (indipendentemente dal fatto che piacciano o meno le sue storie). Per finire, una curiosità: nel suo secondo numero, Thorn lancia un tomahawk come Zagor e, come accade a Tex all'inizio della sua saga, viene arruolato tra gli uomini della legge nonostante il suo status di borderline e il suo essere guardato con sospetto dagli sceriffi. Peccato solo che non baci la bella Kai (ma ci sarà tempo). Se un difetto dobbiamo trovarlo, credo che si possa dire questo: l'inizio della serie è lento e (il n°2 lo dimostra) ci vuole un po' per entrare nello spirito del personaggio, gustandone le parole e i silenzi, cominciando a capire il suo microcosmo. "Ucciderei per un buon incipit", ha scritto un giovane autore che ho citato di recente, recensendo l'antologia di racconti "Salsicce e rapine": ecco, un incipit più folgorante avrebbe creato meno dubbi sulla bontà di Saguaro, una serie da cui, invece, mi aspetto molto.



L'INCIPIT

22 giugno. La mia recensione di "Salsicce e rapine", l'antologia dei giovani autori della scuola di scrittura creativa diretta a Lucca da Sebastiano Mondadori (la potete leggere poco più sotto lungo il "diario") ha dato origine a diversi commenti e a un tormentone. Il tormentone è quello della frase "ucciderei per un buon incipit", un aforisma che si deve a Matteo Pieri. Dopo averlo citato una volta, l'ho riferito di nuovo parlando di "Saguaro" e Pieri, in un botta e risposta (altrove da qui), ci ha scherzato su dicendo che d'ora in poi scriverà soltanto incipit. Su "La lettura", il supplemento del Corriere della Sera, in effetti vengono pubblicati gli incipit migliori inviati dai lettori. Fra le cose che ho scritto, è stata apprezzata, ho notato, la mia difesa del racconto come forma letteraria, bistrattata in Italia nonostante la grande tradizione. Per fortuna, uno che può permettersi di pubblicare un'antologia di racconti come e quando gli pare, c'è: Andrea Camilleri. Nel gennaio 2012, nella collana Libellule della Mondadori è apparsa la raccolta "Il diavolo, certamente". Trentatré storie brevissime (quattro-cinque pagine appena, ciascuna), efficaci e fulminanti. Potrebbe essere una sfida divertentissima quella di invitare un gruppo di scrittori (allievi dei corsi di scrittura creativa compresi) a licenziare racconti della stessa brevità, in grado di essere letti tra una fermata e l'altra della metropolitana, e farne una collana di libretti del genere (magari ciascuno con un tema diverso). Se fossi il responsabile di una Casa editrice che pubblica libri, ci farei un pensierino. Ma tornando agli incipit, ne segnalo cinque (a titolo di esempio) scelti fra quelli dei trentatré racconti di Camilleri, perché danno l'idea di come, se si indovina l'inizio, il lettore deve andare avanti per forza (mai cominciare con una lunga descrizione del cielo tempestoso o dei prati coperti di fiori).

8. Hazrel, giovane bello e ricco, faceva vita dissoluta quando, giunto al trentesimo anno, venne sfiorato dalla divinità.
11. Ancora dopo cinque anni che erano sposati, Manlio non riusciva ad abituarsi al russare di Floriana.
13. Homer, sicario rinomato per l'infallibilità della mira e per la scrupolosità nel lavoro, venne assoldato per uccidere un bambino di dieci anni.
22. Babbo, certe notti, diventa assai cattivo con la mamma.
26. Paolo Magli è arrivato alla conclusione di togliersi la vita.



LA DONNA DEL MIO AMICO

22 giugno. La moglie di un amico mi ha appena detto qualcosa che dovrebbe dare da riflettere. "In Italia leggono soprattutto le donne", sostiene. "Siamo noi, il pubblico femminile, quello che soprattutto acquista libri, stravede per gli scrittori, si appassiona per i romanzi. Eppure, voi fumettisti fate fumetti che sembrano rivolti soltanto agli uomini. Quote rosa ridotte al minimo, scarsa sensibilità alle tematiche care all'altra metà del cielo, poche concessioni alla visione che le fanciulle hanno del mondo. Perché?". Eh, bella domanda.




22 giugno. Nicola Genzianella. Dampyr, illustrazione per "Eroi a Grazzano" 2012.



22 giugno. 1963. Il piccolo Moreno impara a camminare.



24 giugno. Il servizio di Giacomo Cocchi di TV PRATO sull'incontro a Mondi Paralleli.
http://www.tvprato.it/archives/45069




24 giugno. Ho trovato due vecchi libri su una bancarella, e tutti e due hanno qualcosa che vale la pena di venire segnalato. Comincio a parlare del primo facendo una premessa. Ieri, nella mansarda dove ho attrezzato il mio ufficio, è giunta la troupe di Riccardo Jacopino, per le ultime riprese del documentario su Zagor. Mi hanno filmato mentre scrivevo, ho fatto vedere qualcosa su come organizzo il lavoro. Tra le altre cose, il regista ha chiesto all'operatore di riprendere i sette scaffali in cui conservo tutti i libri di Isaac Asimov che sono andato raccogliendo nel corso degli anni. "Credo di avere tutto quello che, almeno di narrativa, è stato tradotto in italiano", ho detto. Invece, ecco che oggi, sul lungomare, trovo il romanzo asimoviano "Stelle come polvere", Editrice Nord, 1972. Che mi manca. Ma non mi manca realmente, a dire il vero. "The stars like dust" ce l'ho in una edizione Mondadori, tradotto con il titolo di "Il tiranno dei mondi". Allora, vi chiederete, perché comprarlo di nuovo, in quest'altra versione? Beh, potrebbe essere perché è comunque un libro con un altro titolo e un'altra copertina. Ma non è questo il vero motivo. E' che l'edizione della Nord ha una presentazione di Riccardo Valla che non c'è in quella Mondadori e, soprattutto, una lunga prefazione dello stesso Asimov intitolata "Ritratto dello scrittore da ragazzo", in cui the Good Doctor racconta della sua adolescenza sognatrice. Mi è bastato scorrere alcune righe per ritrovarmi in tanti piccolo particolari. Tra cui questo: "Mio padre, che osservava i miei primi parti letterari, decise che non potevo andare avanti senza una macchina per scrivere, e alla fine arrivò a casa con una Underwood, antichissima ma ancora funzionante". Ecco, anch'io, da ragazzo, ho scritto i miei primi raccontini a mano, finché mio padre non mi regalò una portatile Olivetti. Che ancora conservo come una reliquia.



IL PASSATO DEL FUTURO

24 giugno. Il secondo libro che ho comprato oggi dopo averlo trovato su una bancarella, ha assolutamente lo stesso aspetto dell'immagine che vedete qui sopra (dunque, ha un'aria un po' "vissuta"). Si tratta della prima edizione originale (1959) de "Le meraviglie del possibile", e cioè di una celebre antologia di fantascienza curata da Sergio Solmi e Carlo Fruttero, la cui importanza consiste soprattutto (al di là degli indiscutibili meriti dei singoli venti racconti raccolti, due dei quali di Asimov) nell'avere "sdoganato" la SF presentandola in un prestigioso volume Einaudi, con un lungo saggio introduttivo dotto e acculturato dovuto a Solmi, in cui si spiega come anche quella fantascientifica possa essere grande letteratura. Ma quello che mi ha davvero convinto all'acquisto, nonostante il prezzo non stracciato e le condizioni non perfette, è un qualcosa che rende unica la mia copia. Vale a dire, una dedica scritta a mano sul frontespizio. 
Il testo è delizioso è commovente, e vale la pena della trascrizione. Eccolo:
"Caro Mario,
non spero che dopo aver letto questo libro tu divenga un appassionato di fantascienza, spero solo che tu ammetta il valore di un genere letterario che può stare senz'altro alla pari con altri. In fondo, la differenza fra noi è solo nella proporzione con cui ammettiamo il fantastico nel reale. Vecchio mio, buon Natale! Affettuosamente tuo, Aldo.
Marte, 25 dicembre 1959 (tempo terrestre)".



E' TANTO DIFFICILE?
24 giugno. Una lettera nella pagina del "Corriere" in cui Sergio Romano risponde ai lettori vale una citazione: "Ma perché la questione omosessuale dev'essere sempre solo vista come un'eterna lotta fra innocentisti e colpevolisti? La condizione sessuale non è né un merito né un demerito: è per l'appunto una condizione, dataci da Madre natura. Non è il caso né di menarne vanto, né di vergognarsi. Ognuno ha la sua e se la tiene, smettendo possibilmente di sindacare e sentenziare su quella degli altri. E' tanto difficile?".



CENT'ANNI DOPO

25 giugno. Giugno 2012, stazione di Firenze Santa Maria Novella. A 101 anni dalla morte di Salgari, ci sono ancora nuove edizioni dei suoi libri in vendita, in collane destinate ai ragazzi. Immortale Capitano!



SOGNI A OCCHI APERTI

25 giugno. Immaginate un volumone così, intitolato "Bonelli Comics, anno per anno". Sospirone.



25 giugno. Foto appesa accanto alla cassa di un ristorante milanese (in via San Siro).


GUARDATI LE SPALLE!

26 giugno. Foto di Franco Lana (sempre il solito spiritoso), questa volta in combutta con il suo edicolante Davide Barbato, grande appassionato di fumetti, nell'edicola torinese "Del portico".



26 giugno. L'appassionato zagoriano Ivica Matic propone un interessante cross over,



LA MINORANZA

26 giugno. C'era una volta un programma TV chiamato "Non Stop", una sorta di Zelig ante litteram. Verdone e Francesco Nuti, Beruschi e Zuzzurro e Gaspare iniziarono lì. Il comico che più mi piaceva, però, si chiamava Ernst Thole. Biondo e olandese, era figlio di Karel Thole (quello che illustrava le copertine di Urania) ed è morto giovanissimo. Ma me lo rammento benissimo e rido ancora al ricordo di quando, facendo outing senza problemi sul piccolo schermo (del resto era impossibile non vedere che era gay) diceva: « La mamma voleva un maschietto, il papà una femminuccia... sono nato io e li ho accontentati tutti e due ». Ma la battuta più bella, fatta usando una parola che oggi suonerebbe politicamente scorretta, era questa: "Come vi sarete accorti, io appartengo a una minoranza. (pausa). Sono negro". Ecco, domenica scorsa, stando sulla spiaggia e guardando gli altri bagnanti, mi sono accorto che ANCH'IO appartengo a una minoranza. Ma minoranza proprio minoranza. Non sono tatuato. Ormai io farò un punto di distinzione non avere tatuaggi, come l'avvocato Agnelli che portava l'orologio sopra il polsino della camicia. Comunque sarà divertente quando sulla carta di identità mi scriveranno "segni particolari: nemmeno un tatuaggio".



NE AVRO' FINO ALLE DUE

26 giugno. Dopo otto ore d'ufficio, sono a casa e devo: 1) finire di leggere le bozze di stampa del Maxi Zagor (290 pagine) con tutta la cura dovuta alla ricerca dei refusi; 2) scrivere cinque pagine di sceneggiatura (direi tre per Barison, due per Verni); 3) scrivere la rubrica "Buoni & Cattivi" per lo Zagor di Repubblica n° 27. Ne avrò fino alle due. Poi, domattina, sveglia alle 7,45 e altre otto ore di ufficio, durante le quali ho in programma la revisione della storia amazzonica di Ferri. Dato che in agosto lavorerò in redazione solo una settimana, ma la Collezione Storica uscirà tutte le settimane, dovrò mettermi avanti facendo, durante luglio, il doppio degli articoli del mese. Praticamente, quando andrò in ferie non dirò: e ora, il mio lavoro per un po' lo faccia qualcun altro; dirò: il lavoro che dovevo fare l'ho già fatto.


LA SCALATA

26 giugno. Mi capita spesso di sentirmi dire: "Ma come fai a scrivere così tanto, a seguire tutte quelle cose, ad andare a tutti quegli incontri, a organizzare tutti quegli eventi?". La domanda in realtà, spesso sottintende: "Ma chi te lo fa fare? Perché non stacchi la spina e ogni tanto ti rilassi?". La risposta che mi viene da replicare è quella che una volta ho sentito dire a un alpinista a chi gli chiedeva perché doveva per forza scalare una montagna e rischiare la vita: "Non hai paura di morire?". L'alpinista rispose: "Ho più paura di non vivere".


RELAX

27 giugno. Dopo otto ore in redazione da Bonelli, e quattro ore dopocena a scrivere per Zagor, vado a letto. Per rilassarmi, leggerò un fumetto.



IL FIGLIO SEGRETO

27 giugno. Secondo me, Andrea Pirlo è il figlio segreto del maestro Muti. il maestro è stato un po' pirlo, ma poi lui e la mamma di Andrea sono rimasti muti



27 giugno. Oggi, 27 giugno 2012, Boselli e Della Monica (qui sopra in una caricatura di Bira) hanno iniziato "Antartica", l'ultima storia della trasferta di Zagor in Sud America.



27 giugno. Tavola di Bane Kerac (un grande fumettista serbo e internazionale), tratta da una storia in cui i personaggi dei fumetti prendono vita nel mondo reale. Ne riconoscete qualcuno?


SOLD OUT!

27 giugno. Mi invitano a presentare il mio romanzo "Le mura di Jericho" in una serie di incontri con autori. Ho dovuto dire di no: il libro è esaurito!


POVERI CAVALLI

28 giugno. Ieri sera ho scritto una scena, di una futura storia di Zagor, in cui una trappola esplosiva fa strage di un gruppo di uomini a cavallo. Stamattina, dopo una notte di ripensamenti, ho fatto scendere il gruppo da cavallo e ho trasformato la scena in una strage di uomini a piedi, evitando così le prevedibili proteste dei lettori. Ammazzare dei cristiani va bene, ma poveri cavalli.



28 giugno. In vendita su eBay. La maglietta, non la ragazza.



29 giugno. Visto il successo della foto precedente, ripropongo questa continuando a dire: non so chi sia, ma mi piacerebbe conoscerla.



29 giugno. Tomo Jelenko, che ringrazio, ci informa che la ragazza con la maglietta di Zagor che le fa da minigonna, pubblicata poco sotto, è una attrice ceca fotografata durante la Fiera "Erotica" in Slovenia nel 2007. Si chiama Sexy Ally e una grande ammiratrice dei fumetti. Speriamo anche degli autori, di fumetti.


LA STRATEGIA DEL SERPENTE

29 giugno. Forse mi sto ripetendo, perché l'ho già detto, ma a me piace un sacco la serie di Brendon. E il nuovo albo da poco in edicola, il n°85, mi ha confermato nel mio apprezzamento. La storia prosegue il ciclo della "Luna Nera" e ritorna la figlia di Brendon, Daisy, che, si scopre, avrà un ruolo nell'evolversi della saga. Bravissimo Gianluca Acciarino che, ne sono certo, saprebbe disegnare uno Zagor superbo.


LA NUOVA FRONTIERA

29 giugno. La nuova frontiera dell'enigmistica, per quanto mi riguarda, è questa. Trovando di solito troppo facili quasi tutti i cruciverba della "Settimana Enigmistica", tranne il Bartezzaghi, ho cominciato ad armarmi di lapis e gomma da cancellare e a provare a riempire le caselle con nomi, vocaboli e sigle che si incrociano nel modo giusto, senza tener conto delle definizioni date, ma rispettando gli spazi esistenti. In pratica creo un cruciverba alternativo, mantenendo lo schema data. Per il momento uso parole semplici, vedremo dove arriverò.


PARERI CONTRAPPOSTI

30 giugno. "Hai visto 'John Carter'?", mi chiede un amico. "No, purtroppo. Ho comprato il romanzo uscito su Urania e sono fermo al capitolo tre". "Devi vederlo assolutamente! E' un film bellissimo! Molto meglio del mistico e moralisteggiante Avatar". "Lo vedrò sicuramente, ma perché, se è così bello, è stato un flop al botteghino?". "Perché la gente non capisce niente". Dunque, ieri sera, prendo al videonoleggio il DVD di "John Carter".
Forse la gente non capisce niente, ma evidentemente neppure io, perché mi è sembrato un film terribilmente soporifero. Ho fatto fatica ad arrivare sveglio al finale. Già la presenza del marchio Disney mette in guardia sul fatto che non ci sono scene troppo violente, niente sesso, niente sangue, niente parolacce, niente tensione troppo insostenibile se no i bambini (che peraltro sbudellano gli avversari nei videogames e cercano i filmati splatter su YouTube) si turbano.  Si comincia subito male con un prologo in cui non ci si raccapezza: un duello aereo dove non ho capito quali fossero le aeronavi dei buoni e quali quelle dei cattivi (né che cosa, nei comportamenti o negli intenti, differenzi gli opposti equipaggi).
Dopodiché non ho capito perché la figlia di uno dei mostri a sei braccia si meravigli, a un certo punto, nello scoprire che uno degli esabracciuti sia suo padre né perché John Carter riusca a indovinarlo, se tutti nascono da delle uova buttate all'ammasso, né perché questo sia importante; del resto, non ho capito neanche chi fosse l'uno e chi fosse l'altro nei contrasti fra i mostri a sei braccia, e perché ce l'avessero fra di loro (a me sembravano tutti uguali, senza neppure apprezzabili differenze fra maschi e femmine).
Non ho capito perché la città dei cattivi si deve muovere sulle zampe e non è stata costruita ferma e soprattutto non ho capito i motivi del contendere fra i buoni e i cattivi e dunque non mi è importato nulla dell'esito finale del conflitto; il capo dei cattivi mi è sembrato un incapace fin dal primo apparire e dunque non l'ho detestato neppure per un momento; non ho capito perché il fatto che John Carter faccia dei salti spettacolari possa rappresentare un motivo per cui lui sia determinante in un conflitto dove comunque ci sono armi da fuoco e cannoni ma anche raggi laser; non ho capito perché la principessa di Marte dovesse essere così poco interessante, e perché abbia finito per interessare John Carter; non ho capito perché, alla fine, John Carter sceglie l'inospitale Marte e non la fresca Terra (non poteva portare la fidanzata qui da noi e farle fare il bagno nel mare che tanto desiderava?); non ho capito perché si siano selezionati attori così inespressivi e fuori parte.
Alla fine, non ho capito perché al mio amico il film sia piaciuto così tanto, e a me così poco. Davvero, le opinioni possono essere le più diverse riguardo a tutto. Avatar lo rivedrei stasera, "John Carter" spero di non rivederlo più.