sabato 26 febbraio 2011

FINCHE' MORTE NON VI SEPARI

Gli oggetti più costosi del mondo rispetto al loro effettivo valore sono le bomboniere, cioé quei gadget assolutamente inutili che parenti e amici ci consegnano insieme ai confetti in occasione del loro matrimonio. Si tratta in genere di piccoli soprammobili che costano l'ira di Dio a chi li compra, lasciano indifferente chi li riceve, e fanno imbestialire chi li spolvera sul ripiano su dove poi finiscono.

Avvicinandosi la data delle mie nozze con una fanciulla, tanto sconsiderata da accettarmi come consorte nonostante gli evidenti errori di fabbricazione del sottoscritto, pensai, a suo tempo (e cioè nel 1992), che la cosa più importante da fare fosse evitare come la peste l'acquisto, il confezionamento e la distribuzione delle orrende cianfrusaglie. Detto fatto, progettai di donare agli altri la bomboniera che da sempre avrei voluto ricevere io: una bomboniera a fumetti!

L'idea fu quella di chiedere a una trentina di autori italiani di fumetti un disegno inedito riguardante in qualche modo l'amore o il matrimonio, raccogliere il materiale in un elegante libretto a tiratura limitata, e confezionarlo insieme ai confetti di rito in un cofanetto di cartone. A commento delle immagini, una scelta di aforismi in tema, selezionati dalla mia collezione di citazioni citabili (peraltro, ho io stesso scritto qualche sentenza sull'argomento, come potete vedere nella sezione "Aforis My" di questo blog).
Apro una parentesi per dire che, nonostante la vastità della raccolta, ho faticato a trovare, fra tanti aforismi che mettevano alla berlina in matrimonio, qualcuno che ne parlasse bene. Sull'amore in senso lato, nessun problema; ma su quello coniugale, peste e corna (corna, soprattutto). Anzi, a dire la verità ne ho trovato uno solo, che non é neppure tanto favorevole. E' di Amiel, risale all'Ottecento, e dice: "Il matrimonio è una cosa ben strana, ma dopotutto non si é riusciti finora a trovare di meglio". Il tono degli altri é in genere disperante, basti pensare che il più paradigmatico, uno settecentesco opera del Pananti, recita: "Un epigramma secco: ogni marito é becco". Scoprii soltanto dopo che Gesualdo Bufalino aveva fatto qualcosa del genere in occasione delle sue nozze, compilando una raccolta di detti memorabili della letteratura universale, a cui diede la forma di libro, un testo che mi sono faticosamente procurato, dal titolo "Il matrimonio illustrato". Chiudo la parentesi.

In tutto, sono stati 27 i disegnatori che, all'epoca, mi fecero avere un loro schizzo. Che cosa é venuto fuori? Dante Bastianoni ha fatto sposare Martin Mystere e Diana; Francesco Gamba ha messo il velo nuziale a Claretta e al Piccolo Ranger; Roberto Diso ha costretto all'altare Mister No, Aurelio Galleppini ha mostrato Tex intento a lavare i piatti mentre la moglie indiana riposa in poltrona. Brindisi, Caracuzzo e Pepe hanno combinato matrimoni gay fra Dylan Dog e Groucho, Martin Mystere e Java, Zagor e Cico. Gallieno Ferri e Francesco Bastianoni hanno immaginato per il sottoscritto un abito da sposo identico al costume dello Spirito con la Scure. E poi, ancora tante trovate romantiche e divertenti da parte di tutti gli altri. Lina Buffolente ha disegnato un casto bacio fra Mark e Betty; Emanuele Barison fa guardare negli occhi Alex il Britanno e una dolce fanciulla; Massimo Bonfatti si é sbizzarrito raffigurando a modo su un tipico invitato al pranzo nuziale (di quelli che a ogni pié sospinto incitano al "ba-cio, ba-cio"); Giorgio Sommacal si é autoraffigurato accanto a Cattivik durante la cerimonia; Luigi Coppola fa vedere quanto sia ardente l'amore fra il Detective dell'Impossibile e la sua fida compagna (lei lo lega sul rogo e minaccia di dargli fuoco per costringerlo a sposarlo); Ivo Milazzo e Leone Frollo hanno stilizzato, alla loro inimitabile maniera, dei cuori palpitanti. E poi ancora si sono cimentati nell'impresa (in ordine alfabetico): Stefano Andreucci, Luca Boschi, Alfredo Castelli, Pietro Dall'Agnol, Mauro Laurenti, Fabrizio Mazzotta, Giacomo Michelon, Paolo Ongaro, Massimo Pesce, Giuliano Piccininno, Roberto Piere.I disegni sono stati tutti raccolti in un opuscoletto stampato in sole 200 copie a cura della Glamour International Production di Antonio Vianovi (fu il suo regalo di nozze).

Ignoro se il libriccino abbia raggiunto quotazioni stratosferiche sul mercato del collezionismo (bisognerebbe che qualcuno dei 200 beneficati abbia pensato di fare mercimonio del prezioso cadeau). In ogni caso, non è prevista una nuova edizione e di sicuro, dopo la fine del primo matrimonio (allo scadere del fatidico settimo anno), non è previsto in tempi brevi un mio nuovo convolare in seconde nozze. Peraltro, incarognendo con l'età, mi sono fatto molto scettico sull'effettiva utilità e sulla bontà del senso ultimo dell'istituzione matrimoniale, dato che secondo me ci si dovrebbe sposare ogni mattino (a fatti e non a parole), scegliendosi al risveglio e dicendo, come Umberto Tozzi in "Brava" (testo di Mogol): "ma guarda ancora chi c'è". Alla fine della vita si può dire: "Toh, stiamo insieme da cinquant'anni", ma non è il caso di promettere, a trent'anni, "giuro che staremo insieme fino alla morte", perché non si può sapere. La frase di rito "finché morte non vi separi" si riferisce, ovviamente, alla morte dell'amore.

Ma perché vi racconto tutto questo? Perché c'è un collegamento con l'articolo precedente. Vi ho infatti parlato, raccontando il mio incontro con Antonio Tubino, del Campionato Italiano della Bugia organizzato ogni anno a Le Piastre, una ridente località della montagna pistoiese. Ho anche citato un volume, uscito nel luglio 1998, che raccoglie una mole ponderosa di scritti e disegni sull'argomento, di Autori Vari, pubblicati a cura di Carlo Bartolini sotto il titolo "I campioni della bugia" (Tipografia Dami, 280 pagine).


Si spiega in quarta di copertina:"In questo volume potrete scoprire come Le Piastre, in passato paese di fantasiosi raccontatori, per una volta all'anno diventa il regno delle bugìe. Il libro infatti raccoglie, unendo al ricordo dei mitici novellieri piastresi di un tempo la satira degli odierni umoristi italiani, quanto di più significativo espresso nelle varie edizioni del Campionato Italiano della Bugìa. Le vignette ed i testi dei numerosi amici dell'Alta Valle del Reno ci parlano di personaggi, di storie incredibili e delle tante bugìe che in questo paese della montagna pistoiese, fin dal 1966 e nel segno del buonumore, riescono persino a vincere un premio: il Bugiardino d'Oro". Il volume, di formato quadro, ben stampato e dalla grafica accattivante, raccoglie alcune decine di vignette inviate a Le Piastre da disegnatori di nome (Tubino, Congiu, Ghino, Contemori, Dal Vaglio) e da altri dilettanti talvolta anche più spiritosi; insieme a testi commissionati ad alcuni amici della Pro Loco piastrigiana, tra cui il sottoscritto, autore (con qualche sbavatura di troppo in un testo scritto frettolosamente) di un elzeviro sulle bugie nel matrimonio. Ci sono anche molte bugie raccontate a voce durante le varie edizioni del Campionato, più un lungo, interessante, scritto di Luciano Corsini su alcuni personaggi delle Piastre di un tempo, formidabili frottolatori legati ad aneddoti pittoreschi qui ben descritti dalla buona penna dell'articolista, con il corredo di foto d'epoca. Un libro che si legge con divertimento e curiosità, e che, soprattutto, con la sua ultima parte rappresenta un documento sulla montagna che fu e sui suoi personaggi, davvero d'altri tempi. Dato che il volume, a distanza di dodici anni, sarà irraggiungibile per quasi tutti voi, riporto qui sotto il mio contributo. Rileggendolo, l'ho trovato divertente. Leggetelo, se vi va, e poi fatemi sapere. A seguire, un po' degli aforismi sul matrimonio che erano contenuti nella mia "bomboniera a fumetti".


DOPPIA BUGIA
di Moreno Burattini

"Non ho mai capito come certuni, dopo sposati, riescano a rimediare alle frottole che hanno raccontato alla propria donna quando erano fidanzati", si domandava P.A. Soldini, nel 1910. Semplice, rispondo io: continuando a raccontarne delle altre. Il matrimonio si basa sulle frottole. Senza di quelle, le unioni andrebbero a rotoli. E quelle che a rotoli ci vanno è proprio perché o lui o lei o tutti e due non hanno saputo raccontarne di abbastanza convincenti.
Del resto, alla base del contratto matrimoniale non c'è forse una doppia, pubblica e clamorosa bugia? "Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, e di amarti e rispettarti tutti i giorni della mia vita". Recita più o meno così, se non sbaglio, quello che siamo chiamati a giurare a voce alta, allo scambio dell'anello. Scusate se non cito con esattezza ma è una promessa tanto importante che me la sono già dimenticata. Insomma, chi si sposa dice una bugia del genere e lo fa davanti a un folto pubblico, che trattiene le risa e finge di crederci perché in fondo si tratta di una frottola istituzionalizzata. Come quando nei tribunali c'è scritto che "la legge è uguale per tutti". E' una bugia anche quella che vuole dare il nome di "fede" all'anello nuziale. Fede, abbreviativo di fedeltà. La stessa che nel Così fan tutte di Mozart viene messa alla berlina dal librettista Lorenzo da Ponte: "E' la fede delle femmine / come l'araba fenice / che ci sia ciascun lo dice / dove sia nessun lo sa".

Adesso non mi scambiate per un cinico. Come (quasi) tutte le promesse, anche quelle fatte all'altare sono (abbastanza) sincere nel momento in cui vengono pronunciate. Il punto è che impegnano per la vita e non per i seguenti cinque minuti. E fatalmente, come si fa ad amare e rispettare la consorte (o il consorte) tutti i santi giorni che Dio mette in terra? Del resto si sa che l'amore è eterno finché dura. Qualche volta poi, fatalmente, saltano le madonne e il rispetto va a farsi benedire. Magari poi ci si riappacifica e ci si rispetta più di prima, ma - ahimé - il giuramento è ormai infranto. Insomma, ci si sposa dicendo una bugia e si continua a raccontarle (a fin di bene). "Caro, sei stato in lavanderia a ritirarmi il bolerino come ti avevo detto?" chiede lei al ritorno a casa di lui, che naturalmente ha pensato a tutto tranne che al bolerino. "Certo che ci sono stato - risponde il consorte dopo un attimo di sussulto - ma non era ancora pronto". Meglio rimediarla così, che passare da acido menefreghista privo di attenzioni verso la moglie. Viceversa, dite la verità e il matrimonio comincerà a incrinarsi. "Come mi stanno queste ciglia finta che mi sono fatta mettere dall'estetista?", chiede lei. Cosa volete dirle, che sembrano le spazzole di una lucidatrice e che a ogni sbattimento di palpebre provoca una ventata? "Divinamente bene, mia cara". Così bisogna rispondere, è giocoforza. Sarà pure una bugia, ma sempre meglio che farsi accusare di insensibilità e mancanza di gusto, o di essere un ipercritico o uno che apprezza certe cose solo addosso alle mogli degli altri o alle attrici in TV. Non a torto, un proverbio scozzese recita: "chi racconta tutto alla moglie, è sposato da poco".

Andando a pescare nel torbido (appena un po'), non è forse una bugia quella che lei dice a lui quando, dopo l'amore, le viene chiesto: "Ti è piaciuto?". Un sorriso falso come un Giuda, un sospiro di circostanza ed ecco fornita la risposta che il partner si aspetta: "Eccome, caro". Invece, mentre lo facevano lei pensava a quella definizione delle parole crociate che non gli era riuscita nel pomeriggio. Ma è giusto così: meglio fingere il piacere, piuttosto che provocare al povero consorte tremendi sensi di colpa e complessi di inferiorità che poi potrebbero creargli problemi anche sul lavoro. E ancora: che dire, di tutte le volte che lei ha mal di testa? Noi uomini preferiremmo forse sentirci dire che fare l'amore con noi è divertente come avere il mal di pancia? O che dopo aver visto Brad Pitt e Leonardo Di Caprio la nostra pancetta o le nostre gambette bianche danno loro il voltastomaco? Del resto lo sanno tutti che il matrimonio inizia con un principe che bacia un angelo, e finisce con un uomo calvo che guarda schifato una donna grassa, e viceversa. Molto meglio il mal di testa che la nuda e cruda verità.

Il geniale Christopher Ward ha scritto un saggio intitolato Il Libro delle Scuse, in cui vengono suggerite tutte le giustificazioni da portare a nostra discolpa nelle più svariate circostanze: in pratica, le bugie da raccontare per toglierci d'impaccio. Il capitolo più corposo è appunto dedicato alle frottole con cui rifiutarsi di fare l'amore. Si va dall'accusare un fastidioso prurito sicuramente contagioso proprio in quel punto lì, al dare la colpa ai pesci rossi che stanno guardando e che infastidiscono, passando naturalmente per il bambino che potrebbe svegliarsi. Ce ne sono, naturalmente, anche per lui: dai preservativi che sono finiti all'avere una dolorosa lussazione all'anca per cui è indispensabile una notte di riposo. Insomma, ripeto, sono le bugie che salvano il matrimonio.Dory Hollander è invece autrice di un altro manuale, intitolato Le 101 Bugie che Uomini Dicono alle Donne. La tesi, abbastanza sbilanciata dal punto di vista femminile, è che gli uomini sono più mentitori delle donne perché pur essendo rospi pretendono di apparire come principi azzurri. E allora sparano balle millantando credito. Secondo la Hollander, fra le più classiche bugie dei maschi ci sono le frasi "Stasera resterò in ufficio fino a tardi" e "Tu sei la sola". In realtà, uomini e donne mentono allo stesso modo, e se i lui sembrano farlo di più è perché di solito le lei sono disposte a lasciarsi sedurre da partner con certi requisiti (conto in banca, prospettive di carriera, prestazioni sessuali da guinness, fedeltà). E se per arrivare al dunque ci vuole un po' di finzione, perché non accontentarla? E perché mai deluderla, una volta che al dunque si sia arrivati? Meglio senz'altro continuare a fingere.

Non voglio, a questo punto, assolvere la pratica dell'adulterio: mi limiterò a ricordare come sia in uso dalla notte dei tempi. Nella mitologia greca Zeus riempiva di corna la moglie Era - o, se preferite, in quella latina Giove cornificava Giunone. A distanza di millenni, comunque, il tradimento gode tuttora di molta popolarità. E che cos'è l'adulterio se non una bugia un po' più grossa delle altre? Una volta il sommo Zeus (quello ricordato prima), affacciandosi dall'alto dell'Olimpo, vide la bella Leda fare il bagno nuda in un laghetto e la concupì. Onestà avrebbe voluto che prima di scendere a possederla, dicesse chiaro e tondo alla divina consorte: "Mia cara, scusami tanto ma mi voglio togliere uno sfizio". Del resto, lui era onnipotente e che cosa mai gli poteva ribattere Era? Invece, per non farsi scoprire, Zeus prese le sembianze di un cigno e così travestito si fondò nel laghetto. Ricorse a un sotterfugio, insomma, la fece sporca di nascosto. Bell'esempio, da parte di un dio, per i comuni mortali. E quello non fu neppure un caso isolato. Vi dice niente il nome di Anfitrione? Costui era un guerriero sposato con la bella Alcmena. Una volta, partì per la battaglia lasciando la consorte a casa. Il solito Zeus la vide e, naturalmente, ebbe subito voglia di portarsela a letto. Che cosa fece, allora? Zot! Un pizzico di magia ed eccolo prendere le sembianze di Anfitrione e bussare alla porta di Alcmena. La donna vide il marito, pensò che la guerra fosse finita e ci fece l'amore per tutta la notte (che fu anche piuttosto lunga perché Zeus fermò le stelle per spassarsela ancora di più). Chissà, magari al mattino lei gli avrà pure detto: "Stanotte sei stato un dio". Va detto che Era, la moglie di Zeus, era gelosissima e cercava sempre di vendicarsi delle donne con cui il marito la cornificava e dei figli nati da quelle unioni (Ercole, per esempio, frutto appunto del tradimento con Alcmena). Vi chiederete: perché Era non si limitava a tradire a sua volta Zeus, rendendole così pan per focaccia, senza fare tanto la vipera? Semplice: la poveretta era la protettrice del matrimonio monogamico e fedele e non poteva comportarsi diversamente. Così, non potendo sfogarsi altrimenti, faceva vedere i sorci verdi alle sue rivali. Ecco perché Zeus cercava sempre tutti gli stratagemmi per non far scoprire le proprie marachelle, e raccontava bugie.

A parte la dea Era, non è che le mogli siano meno fedifraghe dei consorti. Un aforisma settecentesco del Pananti recita testualmente: "Un epigramma secco: ogni marito è becco". Un proverbio popolare, del resto, non è da meno: "Novantanove mariti fanno cento cornuti". Per proseguire con gli aforismi, Feydeau diceva che "il matrimonio è una catena così pesante che per portarla bisogna essere almeno in tre". E il poeta Carlo Innocenzo Frugoni metteva pure in rima il seguente assioma: "Cosa al mondo più giovevole / più soave, più pregevole / non vi fu, non vi sarà / della bella Infedeltà". Il francese Molière, nella Scuola delle Mogli, avvisava: "Per non essere cornuti, l'unico modo è non sposarsi". E il caustico, viennese, Karl Krauss concludeva da par suo: "C'è poco da fidarsi di una donna fedele. Oggi fedele a te, domani a un altro".Resta comunque una consolazione: per quanto le bugie siano, in amore, un male necessario, è pur vero che l'Arte tutta è finzione. Un qualunque romanzo, ma anche un quadro, una poesia, un film, una musica, perfino una fotografia, sono interpretazioni della realtà e non coincidono mai con essa. Proprio come le bugie. Il Manzoni ci racconta balle con i Promessi Sposi. E Dante non è mai stato con Virgilio all'Inferno. Figuriamoci poi se Astolfo ha davvero cavalcato l'Ippogrifo. C'è un termine inglese serve a indicare tutto quanto è frutto artistico della fantasia romanzesca, dell'invenzione narrativa: fiction. L'etimologia rimanda pari pari al latino fictio, che significa sia "composizione" o "creazione" dell'ingegno umano quanto menzogna, frode, finzione. Ecco: è bello pensare che la bugia è, in fondo in fondo, una forma d'arte alla portata di tutti. E che tutti, quando ne inventiamo una, attingiamo a quella segreta capacità del nostro cervello di inventare storie, o come si suol dire, di affabulare. Ditelo a vostra moglie, o a vostro marito, quando una delle vostre frottole verrà scoperta: non ho mentito, ho voluto dedicarmi all'Arte.


AFORISMI SUL MATRIMONIO
scelti da M0reno Burattini

Un uomo che dichiara di conoscere le donne, mente anche in altre circostanze.
Anonimo.


Un celibe è un uomo che ha perso l'occasione di rendere infelice una donna.
Garland Pollard

Un uomo non dovrebbe mai avere segreti per la propria moglie. Lei li scopre invariabilmente.
Oscar Wilde

Amante: la seconda delusione per una donna, dopo il marito.
Anonimo.


La maggior parte dei mariti mi ricorda un orangutan che cerchi di suonare il violino.
Honorè de Balzac

Del primo amante, ha sempre colpa il marito.
Fedor Dostoevskij

Perché esistono gli uomini? Perché i vibratori non falciano il giardino.

dal film "Occhi di serpente"

Il matrimonio è una cosa ben strana, ma dopotutto non si é riusciti finora a trovare di meglio.
F. Amiel

L'esempio più convincente di tolleranza è l'anniversario delle nozze d'oro.
Anonimo


Il maschio scelto dalla femmina non è colui che le sembra più attraente, ma colui che la disgusta di meno.
Charles Darwin


Nel matrimonio i più duri sono i primi venti o trent'anni. Poi tutto s'accomoda.
P.Hervieu

Il matrimonio è come un pranzo al ristorante: credi sempre di aver scelto bene, finchè non vedi ciò che ha ordinato il cliente del tavolo accanto.
H.F.M.

Angelo è la donna che si vorrebbe, demonio quella che si ha.
Decourcelle

Se Laura fosse stata la moglie del Petrarca, pensate che lui le avrebbe scritto sonetti per tutta la vita?
Lord Byron

C'è un solo amore che dura fino alla morte: l'ultimo.
Miquelarena

Il matrimonio inizia con un principe che bacia un angelo, e finisce con un uomo calvo e che guarda schifato una donna grassa.
Anonimo

Io sposerei piuttosto una donna piccola che una grande e grossa. Fra due mali conviene scegliere il migliore.
Commerson

Gli scapoli conoscono le donne meglio degli sposati: altrimenti si sarebbero sposati anche loro.
Coward

Prima del matrimonio, tenete aperti gli occhi. Dopo, chiudetene uno.
Franklin

Il matrimonio ci insegna molte cose. Soprattutto che potevamo farne a meno.
Roberto Gervaso

La bigamia consiste nell'avere una moglie di troppo. La monogamia, anche.
Heywood

Il vedovo è un condannato che ha ottenuto una riduzione di pena.
P.Veron

I giovani vorrebbero essere fedeli, e non lo sono; i vecchi vorrebbero essere infedeli, e non lo possono.
Oscar Wilde

Una volta un uomo si costruì una casa nuova e scrisse sulla soglia: "Che nessun male possa mai entrarvi". Passò il filosofo Diogene, e gli disse: "E come farà a entrare tua moglie?".
Ibn Zabara

Al mondo c'è solo una donna cattiva. Peccato che ogni marito creda che si tratti di sua moglie.
Lessing

Sposarsi è una cosa seria: conviene pensarci a lungo. Possibilmente tutta la vita.
De Maucroix

Per fare un buon matrimonio bisogna accoppiare una cieca con un sordo.
Montaigne

A ciascuno di noi il fato ha destinato una donna. Se riusciamo a sfuggirle, siamo salvi.
New York Times

I preti si consolano del loro celibato ascoltando le confessioni delle donne sposate.
Salacrou

Non ho mai capito come certuni, dopo sposati, riescano a rimediare alle frottole che hanno raccontato alla propria donna quando erano fidanzati.
P.A.Soldini