martedì 7 giugno 2011

DA NOVANTA A CENTO

Ho appena finito di rileggere, per dovere professionale, il n° 179 di Alan Ford, datato maggio 1984 e intitolato "Una rosa per Bob". In copertina, un simpatico disegno ciclistico di Raffaele Della Monica, firmato anche per esteso con una targhetta in bella vista nella parte bassa dell'illustrazione. Oggi, come si sa, io e Raffaele lavoriamo insieme a Zagor (e insieme abbiamo realizzato anche un paio di storie). All'epoca, invece, lui (anche se molto giovane: ventitré anni, peraltro uno solo più di me) era già un fumettista professionista, mentre io avrei dovuto aspettare ancora un lustro.

Ho parlato di una rilettura per "dovere" perché mi è servita per scrivere i due pezzi da inviare alla Mondadori quale introduzione e commento al volume n° 90 della collana Alan Ford Story, ovvero la ristampa cartonata che esce settimanalmente in edicola in allegato a Panorama e TV Sorrisi e Canzoni. Stando a quanto si sapeva fino a un mesetto fa, con la novantesima uscita (e dunque con il 180° episodio di Alan Ford, dato che ogni volume ne contiene due) la collana si sarebbe interrotta, dopo essere partita con un programma di trenta numeri ed essere poi stata prorogata di altri trenta e poi altri trenta ancora per ben due volte. Giunti a vedere la fine, ecco che Max Bunker e la Mondadori hanno firmato per un allungo di altre dieci uscite, che porteranno Alan Ford Story a concludersi con il numero 100 (ovvero, il 200 della serie originale, quello disegnato da Magnus).

A me è stato chiesto, dunque, di continuare ancora per almeno un'altra decina di puntate, portando avanti la collaborazione. Pare che, però, mi dovrò occupare solo degli "Appunti di Viaggio", mentre per l'introduzione iniziale ci sarà una insospettabile firma illustre a partire dal n° 91. Il che mi solleva da una parte delle incombenze. Non so se vi rendete conto cosa significhi dover scrivere otto cartelle ogni settimana per cento settimane, ma vuol dire compilare un libro di oltre cinquecento pagine scritte fitte. Comunque, ho accettato di proseguire per chiudere il cerchio dell'intera vita professionale di Luciano Secchi dagli esordi fino ai giorni nostri e perché ho sempre ritenuto divertente e intrigante la saga della morte del Numero Uno, quella che comincia con Alan Ford n°184 e finisce appunto con il n° 200. Dopo il centesimo volume chiuderà davvero Alan Ford Story, o ci saranno altre proroghe? Davvero non lo so. Come non so se io continuerò ad avere un ruolo o se i redazionali interni subiranno modifiche nella composizione e nella grafica.

Comunque sia, leggendo "Una rosa per Bob" ho fatto una scoperta davvero inaspettata. Non lo ricordavo più, ma più della metà della Posta, ovvero della rubrica "L'Angolo di Max" è dedicata a me. Bunker risponde infatti a una mia lettera, che dice di aver trovato interessante. Dice anche che la lettera era lunga quattro folte pagine dattiloscritte, cosa che non meraviglierà i lettori di questo prolisso blog, chiaramente compilato da un grafomane. Non so che cosa gli avessi scritto, in quel papier del 1984, ma ci sono due cose estremamente singolari, e divertenti, nei passaggi della mia lettera che Secchi cita. La prima, è che io gli contesto (in modo amichevole, s'intende) lo stile "a ruota libera" dei suoi colloqui con i lettori, facendo in pratica già un lavoro da critico applicato alla rubrica di corrispondenza di Alan Ford. La seconda è che gli rivelo il mio sogno di diventare, un giorno, uno sceneggiatore di fumetti. Se siete curiosi, ecco parti pari il testo che mi riguarda sul centosettantanovesimo albo delle avventure del Gruppo TNT (stranezze comprese, del tipo da me contestato) .


"Carissimi Alanfordissimi, iniziamo la rubrica con una lettura un po' singolare. E' scritta da Moreno Burattini di Campi Bisenzio provincia di Firenze. Singolare è il fatto ce la lettera è un romanzo breve, o racconto lungo (4 pagine dattiloscritte fitte fitte) e poi per le argomentazioni che contiene alcune interessanti altre pure. Inoltre è pure singolare un sui inciso che ripropongo anche perché si riferisce proprio alla rubrichetta che il sottoscritto tiene denominata "Angolo di Max". "...Nel tuo 'Angolo di Max' sembra quasi che tu stia parlando a ruota libera e qualcuno trascriva quello che dici senza punteggiare: interrompi il discorso con improvvise incidentali, poi lo riprendi; sghignazzi fra te sgrammaticando il periodo per mancanza di punteggiatura; riempi il tuo scritto con onomatopeie improvvisate... il che fa pensare (correggimi se erro) che tu butti giù la pagina una volta per tutte senza fare brutta copia e forse anche senza rileggere attentamente". Breve stacco perché il discorso è ripetitivo e riprendiamo con: "Avrai capito che io scrivo tutto questo per PURA INVIDIA nei tuoi confronti, infatti ho sempre sognato di fare anch'io quello che tu fai: essere soggettista e sceneggiatore, che favola!" Beh... Alura a noi! James Joyce ehm massì lui che di Ulisse prode ricamò le gesta senza punteggiatura alcuna, che rompe forse, ma che è meglio di una punteggiatura ibrida. La 'presa diretta' del discorso detta anche P.D. è funzionale appunto perché viene ad essere un discorso parlato e non una improbabile impresa letteraria. Eh sì! Comunque ti voglio accontentare e pertanto eccoti ben punteggiato. Caro Moreno (virgola) fare lo sceneggiatore (virgola o non virgola?) non è una favola ma un lavoro (punto esclamativo). Non faccio brutta copia ma due stesure (punto e virgola per taluni, punto fermo per talaltri). Il che è la stessa cosa ma suona più fino (termine della punteggiatura ostica e libertà di espressione anche neologistica). Ciao."

In seguito, il mio nome sarebbe comparso altre volte nella Posta di Alan Ford, per esempio quando con Enrico Cecchi realizzati il numero speciale di Collezionare dedicato al Gruppo TNT, o quando con Francesco Manetti pubblicammo l' "Alan Ford Index 1-300". Ma "Una rosa per Bob" segna molto probabilmente il mio primo incontro ravvicinato con Luciano Secchi, destinato a dar vita a venticinque anni di reciproca frequentazione, con gli alti e i bassi di un rapporto talvolta problematico ma tuttavia ininterrotto.